Tour de France 2020, Buchmann e Denk a favore delle porte chiuse: “Meglio senza pubblico piuttosto che non correrlo”
Meglio un Tour de France 2020 senza pubblico che non correrlo. Questo il pensiero di Emanuel Buchmann e del suo team manager Ralph Denk. La possibilità che la Grande Boucle si possa correre “a porte chiuse” è chiaramente uno dei temi caldi di queste ultime settimane, con gran parte del gruppo che si sta esprimendo in merito. Una scelta molto difficile quella a cui si potrebbe trovare di fronte ASO, che sta sostanzialmente dividendo le opinioni. Molti infatti i pareri contrari, soprattutto per il momento da corridori francesi, capitanati da Julian Alaphilippe, guidati soprattutto dal pensiero emotivo, ma altri mostrano di voler ragionare in maniera più pragmatica e calcolatrice. Un ragionamento forse inevitabile di questi tempi, in cui per tutti c’è il pericolo di perdere il proprio sostentamento sull’intera filiera ciclismo (dai corridori agli sponsor, passando per squadre e organizzatori).
“Molte cose dipendono dal Tour – spiega Buchmann a Bild – Noi, i corridori, le squadre, le televisioni che hanno i acquistato i diritti… Tutti abbiano una forte motivazione affinché si corra, sia che si dovesse correre con o senza spettatori. Senza pubblico è meglio che se non si dovesse correre. Sarà sempre meglio un Tour senza pubblico piuttosto che non correrlo“.
Dello stesso parere il dirigente della squadra che in pochi anni si è affermata tra le più forti al mondo, passando dal livello continental al WorldTour. “Anche nel calcio si parla di partite a porte chiuse – commenta – Perché questa non potrebbe essere una soluzione di emergenza anche per il Tour?” Come soluzione per evitare che il pubblico possa comunque presentarsi a bordo strada, il dirigente tedesco propone multe salate: “Se andare alla corsa ti può costare una multa di 20.000 euro, probabilmente ci penserai due volte se non è meglio guardartelo in casa davanti alla televisione”.
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